V.S. Gaudio ⁞La "masturbazione cinematografica" di Harry Mathews⁞

Masturbazione cinematografica
La masturbazione cinematografica( di cui al capitolo: V. Il Fantasma del libertino a Bari) di Harry Mathews è di tipo “geografico-mondiale”. Evidente, nei piaceri singolari dello scrittore di Manhattan, che avvengono in vari luoghi della terra, è l’assenza dell’ esercizio fantasmatico( vedi è   IX.Appendice).
Lo scenario, nei Singular Pleasures di Mathews[© 1983], è costituito dal luogo in cui il praticante masturbatore sta attuando l’appagamento del desiderio: da Colombo a Vancouver, da Rosh Pinna a Siviglia, da Calcutta all’isola di San Bartolomeo, da Carachi a Kabul. Volendo usare il metodo geografico-cinematografico di Mathews solo per l’Italia, avremmo piaceri singolari sceneggiabili in vari luoghi del territorio nazionale: da Andria a Ferrara, da Novi Ligure a Vibo Valentia, da Agrigento a Carbonia, da Carbognano a Rivoli Veronese, da Altomonte a Taranto.
Se in Mathews, una trentottenne divorziata, madre di due figli, si masturba ad Adelaide in camera da letto con un godemiché grosso ed elastico (vedi: Harry Mathews, Piaceri Singolari, trad.it. ES Milano 1993: pag.34), in Italia, per esempio, all’ombra di una pineta, metti a Cervia o a Ginosa se non nel Pantano di Villapiana, una trentottenne anche non divorziata, dopo settimane di castità assoluta, in vacanza al mare sta usando un grosso cetriolo per avere il settimo orgasmo consecutivo. Parafrasando Mathews, “adesso, inginocchiata, con le natiche sui talloni, afferra il cetriolo ormai completamente inserito dentro di lei, con entrambe le mani, e gli si scaglia contro con movimenti delle anche, con la precisione e la forza di una danzatrice”. Tra poco, sbuccerà il cetriolo per usarne il frutto nell’insalata con i pomodori per tutta la famiglia al mare.
Un altro piacere singolare italiano, di tipo situazionale ( la “masturbazione cinematografica” sembra che evochi costantemente la “teoria della deriva” di Debord come pratica significativa del progetto situazioni sta: atti, gesti, passeggiate, incontri): Una trentanovenne al Museo del Corso di Roma, durante la Mostra D’Annunzio(inaugurata il 2 marzo, si chiude l’1 luglio 2001), elude la sorveglianza e annusa, dalla collezione di essenze del  Vate, l’Olio di Rose di Lucrezia Borgia(1480-1519). Lei è bionda come la Duchessa di Ferrara, ed è addirittura nata sotto il segno del Toro(come la Borgia). Al momento dell’orgasmo, i visitatori sentono chiarissimo e distinto questo profferire: “Pietro, Messer mio carissimo, sapendo io de una inaspettata cosa essa aspettativa è gran parte di soddisfazione, perocché la speranza che a possedere detta cosa accende il desio, aspettando voi com’io annuso l’olio di rose siate voi a voi medesimo causa di soddisfazione con la vostra essenza”.
La guida, ai curiosi increduli, precisa che la Signora, evidentemente di Ferrara e non di Pescara, ama Pietro Bembo(1470-1547) e che pertanto questa “masturbazione cinematografica” ha una variante “asincronica”; quindi, è, sì, cinematografico-geografica ma è anche storica.
(…)

Un'edizione bootleg e parziale del
T.A.T. di V.S. Gaudio
 fatta,  con il titolo di "Manualetto
della Mano Morta",
dall'editore Scipioni
di Viterbo in una tipografia chiusa
di Rossano Calabro(Cosenza)
nell'anno 1997
!Daè V.S. Gaudio, IX.Appendice: Termini, Strumenti, Discipline essenziali, Varianti dell’Approccio, Strategie, in: Idem, T.A.T. Semiologia dell’Approccio Tattile, © 1998.