│LORIS MARIA MARCHETTI. Carnevale postbellico, l’entrée di Klaus Kinsky e il dubbio su Montale

Carnevale postbellico
“Ed ecco qua le maschere di cartapesta
e le stelle filanti e le lingue di suocera
e la trombetta con le frange e il cappello texano
e questo bel pallone rosso col nasone
così grande si chiama Pio Percopo…
(e che dire dei quadri di Picasso
di quelle donne con due nasi
ed un occhio di qua e l’altro di sotto…
e questi nostri intellettuali,
questo Moravia con la sua Romana,
mah…)”.




Di quelle
Mi piaceva alla follia.
Non so cosa avrei dato per averla.
Ma non l’amavo.

Neppure lei mi amava
e io non le piacevo alla follia.
Mi regalava una bella amicizia.

Era di quelle
che la danno a tutti
meno che a te.

Entrée
Stupendo fu il suo ingresso nel salone,
altera, aristocratica – a tutti
sconosciuta – superbamente
avvolta in un mantello candido,
sciolti e lisci i capelli sulle spalle
aurati come spighe in mietitura,
il naso d’aquila affamata
a fender l’aria come un radar…
L’avreste detta
fotocopia perfetta
di un Klaus Kinsky d’annata….

A margine
Timidissimo dubbio
in merito a un poeta venerato:
“…noi, della razza
di chi rimane a terra”.
Ma l’autore sublime
di Ossi di seppia
non sapeva nuotare?


da : Loris Maria Marchetti, V. ALLEGRO CON BRIO. MENO MOSSO. ENIGMATICO, in: Idem, Suite delle tenebre e del mare, puntoacapo, Alessandria 2016