Il centauro e il calcio ⁞ Ziffiana in pista


Le sensazioni dei centauri

Breve divagazione ziffiana[i] di V.S.Gaudio    R
Un motociclista può avere delle sensazioni? C’è chi dice, in specie su twitter,  che certamente è possibile; altri dicono, in specie quelli che hanno la Shell sulle palle per via delle trivelle,  che certamente non lo è.

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èleggi la nota(*) sulla Centaura dopo la Divagazione

1. Voglio parlare dei motociclisti veri e propri: devono essere  motociclisti dotati di moto, non degli enduristi. Postulerò che siano essenzialmente centauri, dotati di microelementi e di tutti i meccanismi necessari al funzionamento nervoso e muscolare di queste meraviglie dell’ingegneria somatica. Postulerò inoltre che sia fornita loro energia per mezzo di batterie microvitaminiche: invece di consumare il pranzo, consumeranno benzina.
Una volta messo in chiaro che i nostri motociclisti sono senza dubbio macchine o moto, allora, sotto tutti gli altri aspetti, possono essere somiglianti agli uomini quanto volete, a patto che paghino le tasse  per la bandiera nazionale, non solo alla partenza: possono avere le dimensioni di un uomo; se vestiti e anche con cappellino e una t-shirt, possono essere in effetti  indistinguibili dagli uomini, specialmente se  hanno conti in lidi non patri di parecchi zeri, e praticamente da tutti i punti di vista: nell’aspetto, nei movimenti, nel modo di esprimersi, e così via. Quindi, se non fosse per i vestiti e il conto non relativo al sistema bancario della bandiera nazionale, ogni uomo qualunque, anche il più insignificante tra i poeti e gli scrittori che fanno la fame senza avere un conto nemmeno loro relativo al sistema bancario della bandiera nazionale, li scambierebbe per uomini qualunque; non sospettando che siano motociclisti, nulla da parte loro glielo farebbe sospettare. Senza abiti, però, i motociclisti si fanno vedere in tuta in tutta la loro lucentezza metallica. Ora, il problema non è di vedere se possiamo sfumare la linea di confine tra l’uomo e la moto per attribuire poi al motociclista delle sensazioni; il problema è, invece,  di vedere se possiamo attribuire al motociclista, o alla moto, le sensazioni e quindi sfumare la linea di confine tra uomo, centauro e moto.

2. I centauri possono avere sensazioni? Possono, per esempio, sentirsi stanchi o annoiati, possono spazientirsi, o addirittura incazzarsi?
Lo sappiamo: i centauri sono meccanismi, non organismi, non dico che non siano creature viventi ma avendo un metabolismo ridotto alcuni dicono che non  avrebbero bisogno nemmeno della tiroide. Un motociclista potrebbe essere guasto, ma non incazzato: soltanto le creature viventi possono avere letteralmente sensazioni e, per questo, possono anche incazzarsi e tirare calci o, se vogliamo, sputare a mo’ di proiettile.
Se dico “Si è incazzato”, si può inferire generalmente che si tratta(o si trattava, o si tratterà nel caso che si parli di spiriti) di una creatura vivente. Più genericamente, il contesto linguistico “…si è incazzato” è aperto generalmente solo a espressioni che si riferiscano a creature viventi o, al limite, che camminano. Supponiamo che diciate: “Il motociclista si è incazzato”. La locuzione “il motociclista” si riferisce a un meccanismo: si può allora inferire che non si tratta di una creatura vivente, quantomeno se non paga le tasse alla bandiera per cui corre che lo ha dotato di codice fiscale o partita iva, che sia, se fosse stato in seguito omologato come servomeccanismo aziendale; ma dall’enunciazione della forma predicativa “si è incazzato” si può inferire che si tratta di una creatura vivente. Perciò, se parlate in senso letterale e dite “Il centauro si è incazzato e gli ha rifilato un calcio”, implicate una contraddizione. Non si può quindi predicare letteralmente” si è incazzato”(e nemmeno:”gli ha rifilato un calcio”) di “il centauro”(o “il motociclista”).
O ancora: nessun motociclista farà mai tutto ciò che può fare un uomo, ammesso che abbia un nome e un relativo codice fiscale. E non ha importanza quanti centauri possono essere costruiti e fiscalizzati o quale grado di complessità possano raggiungere i loro movimenti e le parti della loro moto. I piloti di motociclette possono mettersi il casco, la tuta, i guanti, gli stivali, la cintura elastica, il paramani e piegare in curva, ma non ragioneranno, letteralmente; probabilmente inforcano la moto e prenderanno degli oggetti, ma non li prenderanno in prestito, letteralmente; potranno scuotere il piede, ma non calciare, letteralmente; potranno esprimere delle lamentele, ma non potranno farle, letteralmente. Queste sono azioni che soltanto le persone possono compiere: ex hypothesi i centauri non sono persone.

3. I centauri possono sentirsi stanchi o incazzarsi? Un albero di trasmissione, la dinamo, il manubrio potrebbero incazzarsi? Gli pneumatici potrebbero dare un calcio a un altro pneumatico? E’ chiaro che non c’è nessuna ragione di credere che uno pneumatico si incazzi e dia calci. Ma questo non prova niente; un uomo può incazzarsi e potrebbe non esserci niente che lo indichi: non c’è bisogno che ci sia nulla che lo indichi né tantomeno un calcio; così potrebbe essere per il motociclista, o l’albero di trasmissione o il manubrio.

4. Supponiamo che tu e io andassimo a far visita a un centauro che sta facendo le prove al motodromo. Egli sta provando la moto e l’elasticità della tuta, e quindi lo vediamo che inforca la moto, impenna, e scalcia con il piede destro, piega in curva, si toglie gli occhialoni e dà un calcio con il piede sinistro. Ignora la nostra presenza, la sua corsa è impeccabile. Io so che sta provando anche l’elasticità e la tenuta della tuta. Tu mi chiedi: “Ma che cazzo, che cazzo di centauro è, dà calci a destra e a manca, e non c’è nemmeno gara!” “Ma no”, dico io. “Ma sì – dici tu-  non vedi come muove i flessori? Guardalo, se scalcia così prima o poi manda fuori pista qualcuno!”; e, naturalmente,  può non esserci niente che non va sia nella prova di un centauro sia in quella di un motociclista in gara: quello che non va, è dire che si tratti di una prova per verificare l’elasticità della tuta.

5.  Supponiamo che V sia un pilota. Un uomo qualunque può vedere V e, non sapendo che è un pilota e che ha fatto la pubblicità alla Cepu, può dire: “V si è incazzato”. Se gli chiedo che cosa glielo faccia pensare, può rispondermi: “Ha corso tutto il pomeriggio e quell’altro pilota lo sfotteva. Comunque basta guardarlo: se V non si è incazzato, chi ha dato il calcio?”.
All’uomo comune, quindi, e ai followers in particolare, V appare come il pilota che si è incazzato; questo però non prova niente: se io so che V è un pilota, non può sembrarmi che si sia incazzato, e che addirittura abbia rifilato un calcio al suo amico sull’altra moto. Non conta quello che vedo, ma quello che so; o meglio, non ciò che vedo in quelle determinate circostanze, anche televisive, ma ciò che ho visto altrove, o sentito alla radio. Dove? In un motodromo, dove ci sono i motociclisti che guidano ognuno la propria moto. Dove si è scoperto che non si può  dire ragionevolmente che un centauro abbia delle sensazioni, E perché no?

6. Perchè non ci sono verità psicologiche relative ai centauri, ma ci sono soltanto quelle relative ai costruttori fiscali dei piloti. Perché il modo in cui un centauro si comporta(in un determinato motodromo) dipende principalmente da come abbiamo programmato il suo comportamento e il motore della sua moto. Perché possiamo programmare il comportamento di un motociclista in qualunque modo vogliamo che esso si comporti. Perché un pilota potrebbe essere programmato per comportarsi come un uomo che si incazza dopo che l’amico lo sfotte e non dopo che il fisco gli ha prelevato un patrimonio ponderale.Perché un pilota non potrebbe aver fatto quello che ha fatto più di quanto la leva del cambio di velocità possa spostarsi per andare più veloce. Perché potremmo far incazzare un pilota in qualunque momento volessimo. Perché desiderare la donna motociclista del tuo prossimo sarebbe come desiderare la sua moto e non come desiderare la sua modella. Perché i motociclisti sono sostituibili. Perché i centauri non hanno individualità. Perché si può fare la copia di tutti i pezzi e ottenere due motociclisti praticamente identici. Perché si possono cambiare tutti i pezzi e avere pur sempre le stesse moto. Perché si possono scambiare i programmi di due piloti aventi la stessa struttura costituzionale. Perché…
Perché nessun motociclista si comporterebbe da persona incazzata: un pilota potrebbe comportarsi soltanto come un pilota programmato per comportarsi come una persona che si incazza.


[i] La nostra breve divagazione va con gli indicatori di direzione verso:Paul Ziff, Le sensazioni dei robot, in: Idem, Itinerari filosofici e linguistici, © 1966, trad.it. Editori Laterza, Bari 1969.
(*) E che diremmo se tutto ciò si dovesse fare un giorno con gli esseri umani semplicemente fiscalizzati? Che succederebbe se un giorno dovessimo distruggere la differenza fra l’uomo e il motociclista? Allora, un giorno o l’altro ci sveglieremmo e scopriremmo di essere motociclisti, centauri. E allora , vedendo arrivare la mia amica centaura, dovrò spesso o ogni volta chiedermi “Sarà incazzata oggi e mi darà un calcio nei coglioni?”. O non ce ne sarà motivo, perché non ha senso parlare di centauri che abbiano sensazioni, figuriamoci se una centaura, come la mia amica, potrebbe mai incazzarsi e rifilarmi un calcio? Una centaura si comporta come un motociclista: non scalcia, e non s’incazza.