La ragazza bruna che a Dubrovnik │ A Giorgio Bárberi Squarotti

                                                                       
♦ Da La Stimmung con Emily Dickinson e Giorgio Bárberi Squarotti, fatta per il 75° compleanno del poeta torinese, oggi, che sarebbe il suo 85° compleanno, ripubblichiamo alcuni passi, estratti da “lunarionuovo” n.15, anno XXVII, Catania aprile 2006[erroneamente, la Stimmung fu attribuita a Alessandro Gaudio, cfr. numero 17 di “lunarionuovo”] ♦
                               



V.S.Gaudio
LA RAGAZZA BRUNA CHE A DUBROVNIK
La Stimmung con Emily Dickinson e Giorgio Bárberi Squarotti


PER IL 75° COMPLEANNO DI  GIORGIO BáRBERI SQUAROTTI
14 SETTEMBRE 2004:

figure,episodi,visioni, incontri, immagini, fantasmi,città,
fiumi,piazze,stagioni,venti,ore provengono dalla biografia e dalla memoria di cui al Ritratto di intellettuale, Lacaita 1980.
La luce, the Impregnable Light or a certain Slant of light,
è quella della Dickinson; alla fine del tramonto, la stenta luce del crepuscolo o la luce più chiara, quella dell’alba di luglio, è  the Impregnable Light of human Soul di Bárberi.

I

Nulla cambia all’esterno,
The Seasons-fit-the same-
le stagioni tornano ugualmente,
The Mornings blossom into Noons-
la mattina matura nel meriggio

l’estate indugia in estate
Whose Summer set in Summer
eppure eleva l’anima
con stupendi richiami remoti
sopra il vento–lonesome Glee
gaudio solitario questa gioia immensa
che si sottrae allo sguardo
e che solo allora rimane ferma
perielio di un incantamento
l’oro nascosto
la luce inafferrabile dell’anima umana


di traverso tesa nel cielo
ora è un ramo di mele, Is just a Bough of Apples
ora è la parola che non annulli
un desiderio che l’immagine soddisfa
ora è questa ampiezza
di colore o di spazio
che il sole non intacca
né può la latitudine alleviare
questa dolcezza che si insinua nella storia
Forever -is composed of Nows-
degli attimi fuggenti è fatto il sempre
che non è un tempo diverso
se non per l’infinità
And Latitude of Home



ed è una prova del dolore
Time is a Test of Trouble?
Questo e berillio, Beryl-and this, at Noon-
a mezzogiorno c’è una luce a settembre
Not present in the Year
che l’anno ignora in altri periodi
quando l’autunno sta per arrivare
quasi ti parla-Light, quando gli orizzonti
dileguano e la scienza non può sciogliere
l’enigma che il sentimento attinge
A quality of loss
aspetta sul pendìo più lontano
tutto il mondo è socchiuso
o dolce incanto
Sweet Wonder, ed è ancora presto
disse la città alla luce, “You’re soon”
Whose Summer set in Summer
Whose Sun constructs perpetual Noon
Whose perfect Sun wait-

V.S.Gaudio
La ragazza bruna che a Dubrovnik 
lunarionuovo n.15, 
casa editrice Prova dAutore , 
Catania aprile 2006: pag.3 

II

la ragazza bruna che a Dubrovnik,
con stupendi richiami remoti
sopra il vento
cercava di tenere ferma intorno
agli esili fianchi la minigonna nera
che quest’umido vento che nella storia s’insinua
una dolcezza,un silenzio negli occhi
come se le stagioni tornassero ugualmente
The Seasons –fit-the same–
spargendo semi di fiamma
And Split their Pods of Flame-
o sollevata sopra il corpo nudo
come ospitale appare allora il volto
del nostro antico vicino o sereno
quando l’amore umano e l’altro amore
s’incontrano poco dopo il tramonto

(…)
VI

Dì tutta la verità ma dilla obliqua
il successo è nel cerchio-
non comprendere il segno rosso dei
tempi e dei tramonti, non riconoscere in due o
tre puttane neppure nude, appoggiate alle porte di
Dubrovnik, il male del mondo
la vita la storia l’ardente vicenda
dei sogni, dei corpi, delle alterne offese
e oppressioni, la superba sorpresa del vero
The Truth’s superb surprise
nell’angolo muto del tempo
in frammenti di città
perdute, brevi strade deserte oppure
attraversate da qualche nuda ombra
la sua intima ora, il peso sotterraneo,
le cantine dell’anima in questa stanza
che pende aperta allo strazio delle piogge e dei venti
The Spirit never shows

VII

La radice del vento è nell’acqua
non è nel cenno che la ragazza bruna, quasi nuda,
ti fece, sparendo per le scale,
in quella sera di nebbia e solitudine
percorrendo la via dell’Averno,
verso la riviera brulla dell’Acheronte
nella piazza, dopo il comizio,
i tamburi assordanti, i cavalli, poi
il domatore di serpenti con la mela
sulla picca e gli acrobati volanti fra la luna e
il sole che sorridono
nel cielo azzurro del tendone,
una carezza, un grido
sotto il vento sacro che sparge
acqua e freddo per la fuga della ragazza bionda
che più chiara della luce
di quell’alba di luglio
non avrebbe una voce così scura
It would not sound so deep
V.S.Gaudio
La ragazza bruna che a Dubrovnik
lunarionuovo n.15, 
casa editrice Prova dAutore , 
Catania aprile 2006: pag.4 


VIII

un tardo pomeriggio già d’estate, e nella pallida luce
della piazza verde
non c’è vento tenue né si fa più chiaro e molle
se è la natura ad assegnare il sole
Nature assigns the Sun-
lanciando frecce e grida contro la fine del tramonto
e il rifugio opportuno della notte, e tutti come
impallidivano, ragazze erba alberi anche le case intorno e



le voci e le magliette lievi
palazzi di trifoglio
fatti apposta per l’ape
che azzurri appartamenti
per le farfalle e te
al centro della piazza
quali eteree dimore
s’innalzano e scompaiono
senza brusio che insista
e neppure ombre che alzino il pugno
né minaccia d’assalto
né lamenti né bandiere e neppure i discorsi alla folla di
fumo e aria e nulla o le canzoni d’amore
chi sa se d’amore o di folle indifferenza,
prima di ogni viaggio agli Inferi o nel cuore
del Labirinto la contemplazione delle pallide puttane
che lievemente danzano sulla sabbia
un poco nude o un po’ allacciate negli angoli d’ombra
come se fosse una sera d’inverno al bar di via Caboto
contro una porta una ragazza molto giovane di Dubrovnik
che ha il punctum di quella luce del tramonto
fatta corpo che hanno le ragazze dalmate con i capezzoli scuri
o quella curva del vento sottile
appena il sole è al sesto grado sotto l’orizzonte
nello spazio pieno di grida e di furore
fermo nel silenzio un po’ prima del gemito,
ed è di questo tenero angolo ottuso
che avreste parlato col demonio nei bar di Lisboa
(…)
X

Love is done when Love’s begun
sotto il membro del satiro che
mentre passano greggi e pastori suonano
la zampogna o danzano e demoni e vergini
si imbarcano pour Cythère e altrove,
nell’aria dolce per le piazze di quest’arida città
in cui non c’è dubbio un giorno troveremo
perfino il cubo dell’arcobaleno
che, come nella “Primavera” di Millet, ondeggia
per l’acqua o perché vi giunge il sussurro del mare,
très doucement in quell’aria dolce
senza armatura celeste, audace e priva di nome,
incula lungo il fiume di fumi e molli salici
V.S.Gaudio
La ragazza bruna che a Dubrovnik
lunarionuovo n.15, 
casa editrice Prova dAutore , 
Catania aprile 2006: pag.5 
sulle nuvole sulle barche in stanze bene arredate,
in sale di teatri, di palazzi ducali, di associazioni
di cultura, e anche per i prati d’aprile, sui marciapiedi,
sotto i portici in via Po e in piazza Castello,
quelle giovani languenti di Venezia, o di Marina di
Carrara, di San Benedetto, di Viareggio, di Praga, o di
Foggia, Dubrovnik, Ravenna, Verona, Cesenatico, Brindisi, Pesaro, di Torino

(…)


 
 
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