Chi diavolo era mia madre?│Stimmung con Yehuda Amichai


Avrei potuto parlare con mia madre negli ultimi suoi giorni: bastava solo sapere chi diavolo fosse se un’ebrea di Sant’Arcangelo, o anche una zingara, a tutti gli effetti o un’ebrea di origine slava che avrebbe voluto installare in una vecchia casa a Venezia l’ascensore prima che gliela portassero via.
Non mi ha mai detto quella mia madre: “Ma come sei pulito
adesso, hai una camicia tanto bianca e gli occhi con la luce
del solleone quando sei nato. E chi ha artefatto il tuo battesimo
è ancora vivo? Siediti e apriti una scatola di maccarelli, che
ti piacciono tanto e che sempre questi ti mangiavi a Torino.
Che cazzo ci sei andato a fare a Torino, non l’ho mai capito
nemmeno quando venni a fare un’incursione nella tua
mansarda con l’altra anagrafica figlia e poi andammo a fare
le serve da quell’editore che aveva lo stesso cognome di
questo siciliano qui che ha sposato la nipote di chi è
all’origine del tuo cambiamento di nome, mamma mia
che città quella, come puoi vivere in una città così sabauda
e squadrata e apertamente giudea e redenta, tu che sei
cresciuto tra il mare e la ferrovia, le arance e i diospiri?
Adesso leggo “Topolino” e tu che sei la colonna Disney
sei il mio vanto e il mio orgoglio, la sera preferisco leggere
le tue poesie che hai pubblicato da Guanda
e mi addormento subito.
Bene, ho un figlio grande ormai: è poeta  ed è la colonna
della casa del “Topolino”. E non mi fa l’ombra tanto grande
come la fanno gli ombroni, quegli ammašcanti che ci hanno
rubato tutto per la Madonna che gli aveva messo sottosopra
le terre a quello che poi a seguire la Madonna gli dette pure
la cassa di risparmio della strada statale 92. Scherzavo”.
Quell’altra tale, invece,  ora lo so, può darsi
che le sia uscito il Tarocco non successivo
a quello della Ruota della fortuna ma quello
che è l’inversione della mia data di nascita
e fa l’Appeso[ii] ma non al Circo.
Chi diavolo era mia madre?
La Stimmung  con Yehuda Amichai[i]  sulla madre duale v
v by v.s.gaudio


[i] Il testo di Amichai, soggetto alla Stimmung capovolta, è Ultimi colloqui, in : Vieni dall’uomo, e all’uomo tornerai(1985), contenuta in: Yehuda Amichai, Poesie, trad.it. Crocetti editore, Milano  1993-2001.
[ii] 
Nel Tarocco Siciliano, qui in edizione Modiano Trieste, alla Ruota della fortuna, che è ugualmente la carta numero 10, succede, come carta 11, l’appeso,  che, nell’iconologia, sovverte tutti i canoni classici: difatti, l’appeso - che è, tradizionalmente, il tarocco numero 12- è appeso  con la testa all’ingiù e  i  piedi legati alla trave portante; anche la  Ruota non rispetta i canoni  classici di raffigurazione simbolica. Anche altre figure dei cosiddetti 22 Arcani Maggiori hanno numeri diversi o, addirittura, sono inesistenti nel tarocco classico; in più, il Diavolo, che è il 15, nel Tarocco siciliano non esiste; al suo posto, la Torre, che, nel tarocco di base, ha il numero 16.