Beckettiana per Tiziana A.│Due

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Il passo che ti viene  là dietro
senza una parola
ascolto i passi
ai passi
uno a
uno
congiungersi
solo un passo manca
prima che ti fermi
via da costoro
presso di sé senza sé
né loro
sei qui davanti
alla bacheca dell’orario
dapprima sto a destra
poi più nel mezzo
di piatto sul duro
mi sposto a sinistra
dove sto adesso
non più nel mezzo
nella sera lunga che
tanto fa implorare
che duri in eterno
sera di grazia e di gaudio
nel tuo passo lì nel mezzo
sarò stato
tanto stato
appena ben concluso
l’ultimo passo il piede
ti riposi aspettando
secondo vuole l’uso
che ti porti così il peso
del passo ancora là dietro
qua dietro mi riposo
secondo vuole l’uso
tu ne faccia altrettanto tanta
almeno fino alle venti e quaranta[i]
dapprima di piatto in fil di ruota
di poi sulla destra un po’ di bolina
ritorno sul tetto presso di te
senza che né loro né altri
ascoltino congiungersi i passi
alle parole senza una parola
un gemito così che ciò che bisbiglia
nella sera lungo il tuo mezzo
silenzio tutto sommato
incollato al vetro il viso
il gaudio che ti viene dietro
by v.s.gaudio




[i] Nonostante l’orario in bacheca e la sera veloce di marzo in quel di Torino, non si può essere certi che l’ora sia quella giusta, visto che,ad orecchio, ed è dall’orecchio che tutto questo là dietro sta pervadendo l’oggetto “a” del poeta e del camminatore nel marzo sabaudo, non si può non intendere l’esattezza delle posizioni, in movimento, del Foutre du Clergé de France, la venti, che sarebbe l’”imbronciata”, in cui lei volta la schiena al poeta, che dovrebbe prenderle una coscia, insinua una delle sue tra quella e l’altra, che solleva sopra l’anca, e l’infilza dapprima basso e duro; poi, visto che verrà  la notte sul sogno canavese, si stende il poeta sopra le sue cosce semirovesciate, di piatto sul duro in continuazione va al lasco canavese e s’addormenta; e la quaranta, che è quella denominata l’”attrazione di Milano”, che, nel caso della canavese, in cui lei si mette in ginocchio, quell’attrazione ben protesa, e dopo aver così tanto illuminato il pelo e la pelle del gran podice canavese, di piatto sul duro, prima che il silenzio non sarà mai più dal bisbiglio lacerato, dapprima di piatto sulla destra, infine di piatto sulla sinistra, ogni cosa dunque questa o quella che sia di passo in passo è qui che finalmente prende piede il gaudio del poeta.

Cfr. on Pingapa come la ragazza canavese del maestrale , col vento in poppa in fil di ruota, Tia teneva non solo il mio aquilone sopravento e gli avvoltoi in cerchi ampi èin : 1) la posa del caffè e la psicanalisi 5 │ 2) la posa del caffè e la psicanalisi 7