Aurélia Steiner dentro la Stimmung con Bertolt Brecht│



 



 Aurélia Steiner e la poltrona a gabbiano
La mattina, alle volte, nella mia poltrona a gabbiano vuota
Aurélia Steiner ci faccio accomodare.
E senza affanno la contemplo e dico:
in me qui hai il (-φ), che non ci puoi contare.
Alle volte, Aurélia ride e dice:
nemmeno quando fa buio o quando al contrario
ritorna il giorno ti ritorna su quando pisciano
gli alberi e le cornacchie cominciano a volar
via verso ovest, nemmeno allora hai acceso
il tuo sigaro e dormi ancora o sei ben sveglio
a mostrarmelo il (-φ) in inquietudine?
Quando fa buio, le dico, di questa città
resterà solo chi la traversa ora: gli ombroni e il vento!
La casa colui che banchetta fa gaudio:
tutto in comune, è lì che fanno gozo, niente gaudio.
Io lo so, Aurélia, siamo di passaggio.
Dopo di me e di te che sei il mio gaudio
gli zingari che aggiustano a parole i fornelli a gas,
che è il loro gaudio, all’improvviso, nella notte,
nel giorno, in campagna, nel pantano, nella
controra e nel crepuscolo infinito steso nella
merda che esala dai canali che fanno da coordinate
a questa strada che alle volte il vento la traversa
come se fosse nel culo degli asini degli ombroni.


 
  by v.s.gaudio da una Stimmung con Bertolt Brecht [“Del povero B.B.”]