Alain Bonheur • La manifestazione di Linda Kozlowski

Linda's Mysterious Display

I.La posizione

Che cosa c’è in questa foto che, durante la mia passeggiata di mezzogiorno, come un demone meridiano mi induce a fare pensieri morbosi? Come in uno sciopero bianco della libido, l’oggetto a si dirige al luogo indicato e poi si siede, col sedere per terra, non accovacciata come la Kozlowski, che è in una posizione che non ha nessuna presa politica, e lì rimane seduto, l’oggetto finché lei passa al meridiano e mai che gli chieda: “potresti alzarti un attimo che voglio vedere come sei eretto?”
La condizione indispensabile di una manifestazione, una fotografia,o un fotogramma, è che deve essere vista. La foto, in cui Linda è accovacciata, è un buon esempio di manifestazione erotica: un po’ come la manifestazione fatta al Boston Tea Party, durante il quale gli americani offesi si travestirono da pellerossa e buttarono il tè inglese nel mare e più tardi dei pellerossa, travestiti da americani offesi, niente a che fare con Bleck Macigno, buttarono in mare i veri inglesi. E poi, continua Woody Allen, gli inglesi, travestiti da tè, si buttarono in mare. Finalmente arriviamo alla Kozlowski, che, seduta con questo costumino che gli si infila tra le chiappe, dimostra che è sempre bene portare un cartello che dichiari la propria posizione. Che, come la rivoluzione russa, che covava da anni, improvvisamente mostra anche agli indigeni australiani come ci si governi in fatto di costume e come col costume stesso anche in una palude non c’è bisogno che chi governa così tenti dei metodi subdoli per far alzare il visionatore, o quantomeno farlo uscire allo scoperto.
D’altra parte, l’accoccolarsi esprime una mancanza di bisogni, così facendo, come ebbe a dire Elias Canetti, “si conferisce al proprio corpo la forma più circolare possibile e non ci si aspetta nulla dagli altri”: ma chi sta accoccolato, ed è ricco come Linda nel film, è come un sacco ben conformato e ben rivestito, anche se ha un costumino che è quello che il bon ton inglese prescrive come il più adatto per fare escursioni nella giungla o in una palude; comunque, questo è vero, questo ricco corpo accovacciato è pieno di tutto ciò che egli possiede e i servitori vengono a prendersi cura del sacco. Va da sé che, intravedendovi un po’ dell’inginocchiarsi, seppure a metà strada, e il preludio non è all’ultimo istante ma all’istante che viene un po’ prima, questa posizione è un’estrema lusinga che ottiene attenzione.
Ma chi implora attenzione e chi gli si inginocchia davanti? Oppure: è l’implorata che implora attenzione e l’implorante è chiamato a darle la grazia? Ma allora il visionatore perché le si inginocchia dietro?

II. Le scarpe
C’è l’altra foto in cui la manifestazione e la posizione di Linda sottolinea come anche nelle riunioni private gli  inglesi amino stare in piedi. Già arrivando dicono che non si fermeranno a lungo. Cosa c’è in questo luogo paludoso che nell’altra foto o fotogramma non c’è?
Le scarpe, che fanno un tutt’uno con la pelle del coccodrillo ma, che sottolineano, qualora ce ne fosse bisogno, che in Inghilterra sono prediletti i locali in cui si beve stando in piedi e il cliente può andarsene in ogni momento e senza molte formalità. Basta rimettersi le scarpe e il “venirsi incontro” che c’è nella scena, anche se si viene da dietro,  viene commutato in “arrivederci e grazie per il servizio”.
Le scarpe escludono il mare, e difatti il mare non c’è, ma, intanto che l’oggetto a non trova  nessuna giustificazione mitica alla sua invincibile spinta verso l’universalità dei piedi di Linda, come il mare, le scarpe mancano della segretezza e della subitaneità del fuoco.
Il fuoco sembra scaturire dal nulla, come il coccodrillo, e lo si può aspettare ovunque. Ma ci si può aspettare di trovare quelle scarpe solo là dove si sa per certo che esse possano essere calzate per camminarci dentro. E tuttavia non possiamo dire che le scarpe, come il mare, siano prive di mistero. Hanno, più che la subitaneità del mare, il mistero del contenuto: quelle scarpe, la grandiosità dell’immagine delle scarpe cresce, e con esse la quieta profondità, il contenuto profondamente minaccioso e multiforme del podice così costumato: che, va detto, esso sì che è come il mare, può contenere tutto e non si riempie mai. Tutti i fiumi, i torrenti, le nubi, tutte le acque della terra potrebbero riservarsi in questo mistero senza accrescerlo veramente; esso non muterebbe, e sempre si riconoscerebbe in esso il medesimo podice. Ecco perché ci sono le scarpe, quelle scarpe, perché c’è il mare o l’oceano che, come il podice di Linda, è universale, giunge ovunque, bagna ogni terra; secondo un’antica concezione, su di esso nuota la terra e , poi, non ha alcun interno confine, ha una sola lingua, quella dell’oggetto  a, che passa sempre al proprio meridiano subitaneo e segreto come il fuoco o il coccodrillo. Le scarpe, in una foresta, non sottintendono il fiume ma il mare, e l’uomo con le scarpe in una foresta si mette alla stessa altezza degli alberi.
III. Le varianti dell’immagine

La  fissatura, la chiusura e la flessione del costume di Linda, che sono le varianti XVIII, XIX e XX nel sistema della moda di Roland Barthes, pongono il problema della primitiva temporale, in cui è giusto che si possa prospettare, anche in virtù delle scarpe, e per il genere 42, che Linda ha dovuto calarsi per attuare la manifestazione, che al prossimo passaggio si dovrà pur fare afferrare dalla cintura, non solo per ispezionare con bonheur la sua frontiera merovingia, o attraversare il suo Tamigi, non solo per riempire la borraccia e senza che lì possano sbucare dal nulla coccodrilli, e quindi potrà finalmente cambiare posizione, continuando a fare la “misteriosa”, la 33 nei 41 modi del Foutre du Clergè de France(1790), ma non accovacciata ma stando comodamente seduta commuti la stessa nella numero 11 della dolce impalata, in cui la chiusura, la fissatura e la flessione del costumino, o dei jeans che in quest’altro passaggio si sarà calati, senza che se ne percepisca peso, morbidezza e liquida sensorialità, manifestino chiaramente che il contenuto, come quello del mare, è troppo vasto e l’archetipo della massa non ha la lentezza di quello del fiume, incantesimo delle scarpe, che, come il fiume, è la massa nella sua vanità: senza sponde non può esservi fiume, senza scarpe i piedi di Linda sarebbero stati così visibili nel passaggio al nostro meridiano?

by Alain Bonheur 
le immagini provengono 
da anonima del gaud on tumblr