ETTORE BONESSIO di TERZET: VISIONI, 1



Altissima la cattedrale di Strasburgo e Lucilla


*


cantano gli uccelli
rimbalzando i sentimenti
di chi vorrebbe parlassero

*



grandezze

non sono insignificanti e malvagi
gli uomini quando saltano un ponte
per il suicida d'acqua, quando
si stringono le mani per acchiappare
il collo di un naufrago spaurito,
quando un nemico ignaro lasciano
passare invece di colpirlo, quando
si gettano a mani nude per tirar via
fratelli irriconoscibili dalle macerie.

*


Ho ascoltato i più diversi racconti
di persone diverse che mi parlavano
del loro dio. Ma il mio dov'era
mi chiedevo contento del loro.

*


altissima la cattedrale di Strasburgo
malizioso gioco stupendo tra abati e geometri
per stupire e far sentire maggiorenti e ignoranti
niente di fronte alla metafora loro.
Un trucco come i grattacieli, solo un trucco di potere
questa splendida cattedrale che ho fotografato in millepose,
ma preferisco sant'Antimo d'alabastro andante tra verde e vento.

*


Abbiamo pieni gli occhi di sofferenze
di nero di poltiglie di sangue
di macchinazioni di ruberie di menzogne
per cui qualche stupido ha detto che
abbiamo bisogno di matrimoni principeschi.
Risvegliamo questi imbecilli che posano
gli occhi sempre per terra e non guardano
il cielo la luna le stelle le galassie e
non si domandano mai se statue dipinti
architetture musiche e bontà hanno validità
se non accompagnate dal rispetto del divino
qualunque nome li si attribuisca.
Svegliamoci alla bellezza e all'armonia
di Licini e de Stael, che stordiscano
i nostri occhi e danzino tra le sinapsi,
che espandano la loro fede nell'artepoesia,
senza più perderci nell'autodistruzione di un
narcisismo banale e nel desiderio del potere
che annacqua ogni gesto, imputridisce l'opera
che non pensiamo più soggettivo fantasma.

*


confessione e paura

Da quando entro in aula o
in luogo altro per dialogare
d'artepoesia o per discutere
le inascoltate ipotesi su
Nietzsche e Duchamp o
per avvicinarmi a Auden,
spero e chiedo che qualcuno
accompagni il mio discorso e
solo non mi lasci col sapere.

*


siamo come i fiori
che brillano d'oro
attendendo l'ape loro

*


quell'attore aveva sempre
ruoli impropri. Si ribellò e
il famoso regista lo sostituì

*


Anche sulle zanzare
non possiamo più
esercitare cattiveria,
superati dall'aggeggio
elettronico e silenzioso
che le fulmina a norma.

*


compriamo i vasetti
dai fiori più belli
trascurando le radici

*


appiccicati al quotidiano
perdiamo
il murmure dell'eterno

*


il mio consulente sta in cielo
disse, ragione di licenziamento
che aprì un profondo respiro

*


Forse eroi coloro che si uccisero
eroe forse chi resiste sino alla fine,
certo che dovremmo parlare a pochi
che parlano a pochi con parole semplici.
Ciascuno a suo modo, ma tutti tentiamo
di ridurre in parole gli oggetti, di congiungere
il mondo agli atti della mente. Saccenti e umili
stiamo nel limite, lo varchiamo, paurosi e nella paura
coraggiosi, fermi sempre all'analogia.

*


Non è gentile parlare dei morti
lasciate in pace la loro dignità qualunque sia,
ricordate quello che dissero se hanno detto
quello che dipinsero se hanno dipinto
quello che scrissero se hanno scritto
perchè quel che fecero anche se odioso
è il meglio che essi hanno potuto dare.

*


a Lucilla, nome di fantasia

Lucilla si diverte
si sente bella e capace
gode dell'amore che soddisfa.
Capiamo presto che Lucilla
non è persa, e se così non fosse
che cosa dire di Lucilla, noi delusi.

*

•[da: Ettore Bonessio di Terzet, Vision(2010-2012)