L’ipersoluzione territoriale e il delitto Bergamini ♦

Da quanto risulta agli atti, la ragazza che era con Denis rassicurò immediatamente il camionista dicendogli: 
«Era il mio ragazzo, s’è voluto suicidare». 
                                                      from Corriere della Sera” 22 febbraio 2012

In memoria di Denis Bergamini[i]
(Boccaleone di Argenta 1962-Roseto Capo Spulico 1989)
Il mediano Vergine  è sempre un giocatore determinato e attento. Inimitabile in un centrocampo in cui ci siano complicate alchimie tra gioco a zona e a uomo, riesce a bilanciare tutti i dettagli minuziosamente[ii]

 
 
 

 
 
 
 La ragazza e il complemento oggetto. 
Divagazione ziffiana sulla frase attiva nel verbale del carabiniere
del delitto Bergamini
 
    

*    !Oggi, che ricorre il 27° anniversario della scomparsa di  Denis Bergamini, il poeta e giornalista V.S.Gaudio lo ricorda con questa divagazione linguistica e sociologica. L’analisi è stata condotta nell’ambito delle sovrastrutture amministrative  del  territorio pretorile in cui è avvenuta la tragica scomparsa del calciatore.
*    L’enunciato, che è alla base della divagazione ziffiana, estratto da quanto  come verbale del carabiniere in servizio  nel territorio del tragico avvenimento viene reso alla diffusione mediatica, riferibile alla giovane donna che, al momento della tragedia, era in compagnia del calciatore del Cosenza, non implica nessuna accusa  né definizione di colpevolezza. Va da sé che il termine “delitto” vada inteso sia nell’accezione primaria, anche nel Vocabolario della Lingua Italiana della Zanichelli, di violazione della legge penale per la quale sono comminate le relative pene, sia nell’accezione di misfatto, colpa, errore, fallo. V.S.Gaudio auspica che la delimitazione territoriale, il localismo dei fenomeni, venga finalmente annullata, le sovrastrutture di indagine, analisi e di interpretazione, per la loro stessa natura, debbono avere una essenza noumenica; è semplicemente anomalo, anche nel sistema giudiziario in atto in questa nazione, che le indagini su un delitto irrisolto come questo non siano state avocate dalla Procura Generale competente per regione. Anche perché pare che, come recita l’art.119 della Costituzione ancora in vigore, “Alle Regioni sono attribuiti tributi propri e quote di tributi erariali”, specialmente nelle materie che sono correlate al sistema della ruota e della strada.
 

E’ un’errata opinione comune che una frase passiva sia sinonima della sua corrispondente attiva; essa si basa, precisa Paul Ziff, sull’incapacità di afferrare e valutare le differenze tra i problemi del referente e quelli del significato[iii].


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1.


1a) Era il mio ragazzo, s’è voluto suicidare.
1b) Ero il suo ragazzo, mi son voluto suicidare.
Il pronome possessivo di per sé è sempre ambiguo, anche quando non c’è la diatesi passiva; lo schema verbale passivo è come un quantificante, più ambiguo ancora.
Avrebbe potuto far mettere agli atti, quella ragazza, anche questa affermazione:
2a) Era il mio fidanzato, s’è voluto buttare a tuffo sotto il camion.
Alla quale dovrebbe corrispondere questa frase pronunciata dal soggetto passivo reso attivo:
2b) Ero il suo fidanzato, (perciò)mi sono buttato a tuffo sotto il camion.
Ritorniamo un attimo a qualche esempio di Ziff:
1a. Chiunque compiace sua moglie.
1b. Sua moglie è compiaciuta da chiunque[iv].
Nella 1a. si parla di una determinata signora o della moglie propria di ciascuno? Paul Ziff riporta altri esempi del tipo a. e del tipo b. tutti incentrati dalla connessione tra quantificanti e pronomi. Usiamoli per il nostro esempio:
3a) Qualsiasi camionista non può non passare sul corpo del mio ragazzo che si vuole suicidare.
3b) Il mio ragazzo che si vuole suicidare lo fa buttandosi a pesce sotto il camion di chiunque passi per la Statale 106.
Le (b) sarebbero  o sembrerebbero più ambigue se fossero inserite in un contesto appropriato, anche se non c’è bisogno di confondere le questioni di ambiguità con le questioni di sinonimia. Dice Ziff: Quando è in gioco l’ambiguità, la sinonimia sembra essere non transitiva.
Per esempio, la  4a:
4a) Egli ha voluto suicidarsi buttandosi sotto il camion.
È ambigua, diversamente dalla  4b:
4b) Egli era il mio ragazzo, per questo  è venuto fin qua sulla 106 a Roseto a buttarsi sotto questo camion guidato proprio da questo camionista.
Ad ogni modo, lasciando da parte le eleganze formali o la verbalizzazione tipica del carabiniere di cui al prototipo, la 4a e la 4 b sono sinonime.
L’ambiguità delle frasi  può essere caratterizzata  così: una frase S(i) è ambigua se e solo vi sono frasi S(j) e S(k) [dove i≠ j ≠ k] tali che S(j) sia lo specifico di frase sinonimo di S(i), S(k) sia lo specifico di frase sinonimo di S(i), ma S(k) e S(j) non siano specifici di frase sinonimi fra loro e né S(j) né S(k) siano semanticamente aberranti. Si considerino la 5a e 5b.
5a) Nessun calciatore fidanzato si è mai buttato a pesce sotto un camion che passa.
5b) Un camion che passa non fa suicidare nessun calciatore fidanzato.
Le frasi vi paiono sinonime? Sono ugualmente ambigue? Sono semanticamente aberranti?


2. Si consideri la situazione seguente: c’è stata una lite, qualcuno ha colpito qualcun altro, è stato dato un solo schiaffo; la ragazza e il suo ragazzo sono la coppia in lite; vi è un solo testimone: il primo che riferisce la (6):
(6) Il ragazzo si è buttato sotto il camion.
La ragazza conferma allo stesso testimone che guida il camion e il carabiniere solerte verbalizza:
(7) Era il mio ragazzo. S’è voluto suicidare.
Queste due affermazioni, o testimonianze, sono in contrasto, e così le frasi usate nelle testimonianze appariranno non solo non sinonime ma doppiamente aberranti.
Se due resoconti sono in contrasto, non ne segue che le frasi usate nel dare i resoconti siano non sinonime; se due resoconti sono in contrasto, deve esserci in qualche parte una differenza che serva a rendere conto del disaccordo. Qui il disaccordo tra i resoconti (6) e (7) è presto spiegato riferendosi alla differenza del ruolo inerente chi si è buttato sotto il camion attribuito da ognuno dei testi: il primo dice “il ragazzo”; la seconda afferma “il mio ragazzo” con il verbo all’imperfetto, dandolo già per morto: “era”. Così il disaccordo tra i resoconti (6) e (7) è dovuto a una differenza di referente, non a una differenza di significato.

3. Si considerino la (8) e la (9):
(8) Una ragazza si sta facendo  un uomo in macchina.
(9) Un uomo in macchina è stato fatto da una ragazza.
Queste due frasi non sono sinonime: che esse non lo siano, non è un fatto unico, a sé: è un dato da fondere come parte integrante di una teoria semantica coerente. La non sinonimia di (8) e (9) si affianca subito a quella di  “fare” ed “essere fatto”; questa, poi, fa tutt’uno con la non sinonimia di “farsi un uomo” e “è stato fatto da una ragazza”, da cui segue che parlare di farsi un uomo non è lo stesso che parlare di essere stato fatto da una ragazza. In questo caso, si rischia di finire dritti a Londra pur di non essere fatti da una ragazza.

4. Si consideri ora una semplice coppia come la (10a) e la (10b):
(10a) La  ragazza del calciatore non amava i mediani.
(10b) I mediani non erano amati dalla ragazza del calciatore.
Poiché ben difficilmente ci possono essere tanti mediani della stessa altezza, e in un determinato contesto,  anche in un campionato professionistico abbastanza lungo, e poiché ciò che è detto della ragazza in (10a) può ben difficilmente essere lo stesso di ciò che è detto dei mediani in (10b), qual è il motivo che fa pensare a qualcuno che la  (10a) e la (10b) possano, dopo tutto, essere in qualche modo sinonime? E’ piuttosto triste, ma non è forse solo questo: che una è vera se e solo se l’altra è vera ? Che questa equivalenza sia insufficiente a stabilire la sinonimia, è una vecchia storia che, per ora, questo disse Paul Ziff, non è necessario raccontare di nuovo. Un paio di casi basteranno a mostrare i problemi che fanno sorgere una simile tesi, tautologie e contraddizioni. Si considerino la (11) e la (12):
(11) Qualcuno era un calciatore.
(12) Qualcuno era un mediano.
Sono sinonime? Eppure, una è vera se e solo se l’altra lo è. E ancora, dobbiamo dire che la (13) e la (14):
(13) Qualcuna è una ragazza.
(14) Qualcuno è un calciatore.
siano sinonime perché, ancora una volta, una è vera se e solo se l’altra è vera?

5. In mancanza di una qualsiasi teoria plausibile, e tanto meno di un’analisi preliminare sulla sinonimia delle frasi, è difficile oggi dire molto sulla relazione tra il significato di una frase come la (1a) e il significato di una frase come la (7); la differenza è dovuta al referente e allo schema verbale, nessuna delle due è una tautologia o una contraddizione, ognuna è vera se e solo se è vera l’altra. Ma che, sebbene strettamente collegate nel loro significato, esse non siano sinonime, anche questo è, al momento, abbastanza chiaro. Il ragazzo, quando si è buttato sotto il camion, era, non c’è dubbio, il suo ragazzo, anche se non era più il suo ragazzo da tempo. Quindi, quando “si è buttato”,  il suo ragazzo “era”, non esisteva, non era più.

6. Tutte le frasi che appaiono nella nostra divagazione sono ambigue. E tutte sono state elaborate attorno alla frase della teste di cui alla verbalizzazione del famoso brigadiere di Roseto Capo Spulico, la ridente località con quel bel castello dove, al tempo della Galassia 95, sarebbero poi apparsi il traghettatore deputato, ora latitante a Dubai ma destinatario del bonifico per il vitalizio che il Banco di Napoli gli fa puntualmente accreditare, con quella che era la sua ragazza. La frase della ex fidanzata del calciatore mediano: che, presa così com'è, pur fuori, se non piuttosto fuori, da quella che era la pretura distaccata [ dalla pretura circondariale di Castrovillari] della ridente località chiamata Trebisacce, dove, poi, il verbalizzatore di quella terribile domenica, sulla strada statale 106 in agro di Roseto Capo Spulico, sarebbe stato avanzato di grado e promosso come comandante della locale stazione dei Carabinieri[v], la frase è il massimo dell’ambiguità, è, nell’enallage dei verbi, una delle più inquietanti che possa essere selezionata, dettata, trascritta, sottoscritta. Basta questa frase: è l’asserzione che un particolare costituente non può che avere quell’interpretazione così univocizzata nel doppio sintagma verbale corto. Se il soggetto che, secondo la teoria e l’espressione della teste, sta per sopprimersi, viene ridefinito, il costituente isolato così semantizzato metterà in evidenza l’assurdità della frase originaria. Vediamo:
1a) Era il mio ragazzo, s’è voluto suicidare. Commutiamo la frase 1a) in 15:
Era il mio mediano, s’è voluto suicidare.
Alla quale, il povero ragazzo, decontestualizzato dal luogo terribile in cui è stata messa in scena la sua morte, come nella 1b), risponde precisando nella 15b:
Ero il suo mediano, voglio suicidarmi.
¨ La pagina 273 dell’ Almanacco Illustrato
’90 del Calcio: da “Le 20 società partecipanti
al Campionato 1989-90 di serie B”,
Panini, Modena 1990
Facciamone un’altra:
16a) Era il mio giocatore del Cosenza, s’è voluto suicidare a Roseto Capo Spulico.
Che diventa in 16b:
Ero il suo giocatore del Cosenza, la chiamo e le faccio vedere come mi suicido a Roseto Capo Spulico dove c’è quel bel castello.
Giacché c’erano si poteva arrivare a farne un’altra, tipo la 17a:
Era il mio mediano del Cosenza, piuttosto che andare a fare l’ala destra in Grecia, s’è voluto suicidare in Magna Grecia.
Che in 17b sarebbe più o meno così:
Ero il suo mediano del Cosenza, piuttosto che prendere la nave a Taranto per fare l’ala in Grecia, mi suicido a Roseto CS che è il punto mediano tra Cosenza e Taranto.
O la 18a:
Era il mio mediano con la Maserati preferito. Odiava i camion, come ha visto questo camion mi ha lasciato la Maserati e ha cominciato a corrergli davanti.
Che in 18 b farebbe:
Ero il suo mediano con la Maserati preferito. Sono cresciuto con i camion di mio padre. Non sarei mai finito sotto un camion e non ci sono finito.



7. Tutte queste frasi sono semanticamente aberranti; quando è in gioco l’ambiguità, la sinonimia sembra essere non transitiva, l’ha scritto Paul Ziff, che è un paradosso perché stiamo trattando un delitto avvenuto, almeno nella messa in scena finale, su una strada statale, e una strada, anche non statale, è semanticamente transitiva. E lo è tanto che, partiti da una sola affermazione verbalizzata dall’ineffabile carabiniere della stazione nel comune con codice catastale H572 , stiamo ruotando dal luogo originario del mediano, che ha per nome una pianta delle Scrofolacee, al luogo finale del calciatore, che ha per nome un territorio piantato a Rosacee, e, questo è terribile, ricordo una mia poesia del 1973 [ in cui c’erano i cinesi del lago di Como o quelli di Comacchio così teneri, nel sottile contorno sfumato leggono negli occhi (vedi che ancora si legge negli occhi?) l’estate in etichetta sui treni sappiamo che ci stanno teste mozzate uomini con palline di sangue che leccano intestini estirpati marciti ed essiccati con la madre alle spalle è meglio senza equivoci utili la bocca nel fazzoletto e il cappello di paglia il cappello di paglia c’è sempre una vergine innocente(…)][vi] e un’altra alla pagina successiva[ in cui la costa stupenda scivolacola corone verdiscogli di Roseto su strutturaallargata che sbatte il mondolì all’orizzonte il sismasottolinea la geometriacolorata in neroè la fine, l’ultimo lampo di paradiso(sotto non sappiamo che c’è)[vii](…)]. Che posso dire? E’ tutto abbastanza chiaro che anche la poesia è ambigua, ed è evidente che alla fine non resta che la geometria colorata in nero e il cappello di paglia, per quanto di sangue, nelle due poesie, se ne sia versato in ragione del paradigma liquido dei due toponimi. D’inverno, era un’altra cosa. La transitività della ruota è dovuta alla meccanica che connette il dispositivo di sessualità con il dispositivo di alleanza: quando il dispositivo di sessualità non va secondo le regole territoriali e l’ingranaggio del dispositivo di alleanza, la ruota non gira e il soggetto di là non può transitare. Si ferma. Passa un camion( con uno a nome di un arcangelo che viene da Rosarno[viii]) e la geometria colorata in nero è la fine. Che dice la ragazza? Era il suo ragazzo. E il ragazzo? S’è voluto suicidare nel luogo col codice catastale H572[ix] .Vai a vedere, la sinonimia sta nei numeri.

8. Fosse stata la testimonianza in albanese, è una nostra congettura, avremmo avuto per 1a questa 19:
(19) Ishte i dashur  tim. Ka(=Ha)  dashur(=voluto) vras veten.Ështhet(=forma passiva-riflessiva di “è”, si è) dashur vras veten sarebbe abbastanza ambigua, anche perché dashur è prima il ragazzo, era il suo ragazzo, come “fidanzato”, e ,poi, è il participio passato di “volere”, e qui tra dashur e dashur resta ancora più aberrante l’enallage dei tempi: come se il dashur, connesso a ishte, era, fosse speculare al dashur, connesso al presente “ka”(ha) o “ështhet”(s’è). Ma in albanese c’è il verbo ammirativo: se la ragazza l’avesse usato o quanto meno il carabiniere l’avesse verbalizzato, avremmo avuto questa 20:
(20) Qenkësh i dashur tim. U qenka dashur vras veten.
Qenkësh è la terza persona dell’imperfetto ammirativo: “era”. Nella forma passivo-riflessiva, alla terza persona  dell’ ammirativo presente si antepone “U”: “s’è”: U qenka.
La “q” ha un suono intermedio tra “ci” e “chi” che solo gli albanesi e gli italo-albanesi son capaci di articolare; ci fosse stata la “q” nel verbale del carabiniere, l’affermazione sarebbe stata meno ambigua. A patto che non si dimentichi di pronunciare e verbalizzare la “U”riflessiva. Ma poteva essere anche la 21:
(21) Qenkësh i dashur tim. Paska dashur vras veten.
Paska è l’ammirativo presente di “avere”: ha; ha voluto : paska dashur; il mio ragazzo: i dashur tim; qenkësh è l’ammirativo imperfetto di “essere”: era.

9. In sostanza, la frase con l’enallage dei tempi, contestualizzata, è una tipica ipersoluzione come la intende Paul Watzlawick[x]. Il termine definisce un modo di affrontare i problemi che, pur essendo fondato sulle migliori intenzioni, finisce sempre con l’avere effetti controproducenti, più o meno nel significato espresso dal bon mot dei medici: operazione perfettamente riuscita, paziente deceduto[xi]. Una ipersoluzione identica nella sostanza fu adottata dai coniugi Machin, provenienti dal dipartimento francese delle Alpi marittime, e sempre per quel che concerneva il famoso dispositivo di sessualità: Quei signori avevano un ardente desiderio di avere un figlio, ma gli anni passavano e il loro desiderio non si realizzava. Persa ormai la speranza, chissà quante soluzioni avevano attuato, avvenne il miracolo: la donna rimase incinta e indescrivibile fu la gioia dei due coniugi quando lei partorì. Volevano dare al piccolo un nome che condensasse il loro entusiasmo e, forse, anche tutta la meccanica libidica dei due nell’accendere ripetutamente il dispositivo di sessualità, così si accordarono su un nome: Fomidable. Con questo nome, è naturale, il bimbo restò piccolo e gracile, e anche adulto fu sempre il bersaglio di insulse battute basate tra la contraddizione che c’era tra il suo nome e la sua costituzione fisica. Formidable Machin soffrì sempre in silenzio, ma sul letto di morte disse alla moglie: “Per tutta la vita ho dovuto sopportare il mio stupido nome, non voglio che sia immortalato anche sulla lapide. Scrivici quello che vuoi, ma non il mio nome. La donna fece incidere sulla lapide la seguente frase: “Qui giace un uomo che per tutta la vita fu marito affettuoso e fedele.” E tutti quelli che, passando, leggevano l’epigrafe esclamavano: “Tiens, c’est formidable!”[xii]
L’ipersoluzione, come la frase con due schemi verbali, è sempre una trappola: i genitori di Formidable, in effetti, è alla loro macchina sessuale che avevano dato il nome. L’ipersoluzione verte sempre su due tempi o su due schemi verbali: operazione perfettamente riuscita vs paziente deceduto; dispositivo di sessualità continuamente acceso vs formidabile lievitazione che lo spegne; non era più la mia macchina formidabile vs si è scontrata con un camion[xiii]. by v.s.gaudio



[i] Alto 1.70 e con peso forma Kg 66, era un brevilineo mesomorfo(il prototipo è alto meno di 1.72 e ha un indice ponderale compreso tra 1.02 e 1.06): “un tipo energico, incline all’avventura, in cui qualsiasi misura o confine devono essere in qualche modo annullati. Tutto spettacolari sbalzi d’umore e di tono, con slancio e azioni funamboliche verso la porta avversaria. Si realizza in pieno come ala destra o centrocampista di movimento. Ma può mettersi in evidenza anche come abile opportunista, implacabile per la sua agilità e precisione. Qualità del gioco: dinamico, effervescente. Chi sono i “brevilinei-mesomorfi”: Bruno Conti, Causio, Matteoli, Dirceu, Pasa, Urbano, Zoratto, Celestini, Bonacina, Mandelli, Mastalli, E.Nicolini, Perrone, Selvaggi”: da Vuesse Gaudio, Antropometria e Calcio Ó 1987.
[ii] Vuesse Gaudio, Il mediano, da: Ruoli e Segni. Assetto zodiacale nel campionato 1986-’87 di serie A, Ó 1986.In quel campionato di serie A c’erano 6 mediani della Vergine, solo uno in meno di Ariete, Leone e Bilancia, il segno di Bagni. Bergamini giocava già a Cosenza, ancora in C1; col campionato successivo sarebbero stati promossi in B.
[iii] Paul Ziff, X. La non sinonimia delle frasi attive e passive, in: Idem, Itinerari filosofici e linguistici, trad.it. Laterza, Bari 1969.
[iv] Cfr. ibidem: pag.139.
[v] Quando il pretore di Trebisacce assolve il camionista Pisano, nel 1991, l’ex brigadiere di Roseto Capo Spulico è maresciallo a Trebisacce. Ma, come la ragazza, pare che fosse originario di un paese della cintura di Cosenza, ma  con il codice catastale del capoluogo.
[vi] V.S.Gaudio, La 22^ Rivoluzione Solare, Milano 1974: pagg.52-53.
[vii] Ibidem: pagg.54-55.
[viii] Che ha in sé, oltre che la rosa evidente, l’agnello per via di αρνός, che è “agnello”(Esopo), o per il genitivo di ἀρῄν(agnello), e sarebbe quindi “rosa d’agnello”; sottentra ancor di più l’Heimlich se si vede che il tema ἀρνη starebbe per “negazione” e “rifiuto”: la rosa rifiutata, come ipersoluzione nel luogo piantato a rose, è come le frasi sinonime della nostra divagazione, aberrante.
[ix] Che è uno di quei codici che, da lustri, non appare più in nessun codice fiscale, non essendo il luogo un punto di nascita. Un codice fantasma, come fantasma fu ritenuto per più tempo il camionista, che gli impareggiabili assistenti unep della pretura distaccata del luogo con  codice catastale L353 non riuscivano a localizzare. C’è una certa sinonimia tra il codice del luogo in cui doveva essere fatta l’autopsia del povero calciatore e quello del luogo di nascita, che è quello afferente al comune di Argenta: A393.
[x] Paul Watzlawick, Di bene in peggio. Istruzioni per un successo catastrofico, trad.it. Feltrinelli, Milano 1987
[xi] Ibidem: dalla Premessa.
[xii] Cfr.Paul Watzlawick, Maggiore quantità= migliore qualità?, in:Idem, Di bene in peggio, trad. it. cit.


Esortazione al pretore Mirabile - 1
[xiii] “Formidable”, che è l’ipersoluzione dei coniugi Machin nella cronaca riportata da Paul Watzlawick, è speculare al nome del pretore preposto al procedimento. E’ quasi sinonimo. La  macchina procedurale guidata dal pretore Mirabile è l’ipersoluzione tra la macchina formidabile che è la Maserati, quella Maserati, e chi la lascia a chi lo ha in qualche modo portato in quel posto, a mirar la costa stupenda, scogli di Roseto su struttura allargata che sbatte il mondo e sottolinea la geometria colorata in nero (scrisse il poeta), suicidandosi sotto un camion. D’altra parte, non vige nella procedura civile - che il pretore Mirabile guidava talmente bene  ‘ché lo scrittore V.S.Gaudio, durante un procedimento nello stesso anno della morte di Bergamini, lo esortò a tenere in carreggiata la sua mirabile macchina(procedurale) visto che a bordo c’era il sunnominato giornalista e poeta [vedi qui l'esortazione depositata in cancelleria]

Esortazione al pretore Mirabile - 2


– che la successione venga aperta nel distretto pretorile in cui un essere umano, cittadino di questa Repubblica, trova  anche inesplicabilmente la morte? Mi par di ricordare che la ragazza – presente al momento del decesso – rivendicasse il lascito di quella formidabile macchina, che il povero calciatore aveva lì sulla strada statale 106(che è demaniale?) lasciato a lei, che l’occupava(la macchina), buttandosi a pesce sotto il camion  guidato in modo mirabile dal camionista di Rosarno(cfr. frasi sinonime 4a, 4b, 16a,16b,18a,18b).  V.S.Gaudio ricorda qui che, a testimoniare  quanto la macchina fosse mirabile, anche un suo zio, operaio stagionale nelle fonderie tedesche, avesse una formidabile Maserati, anche lui l’aveva presa di seconda mano, a suo dire, e quando fu incenerito in Germania qualche anno fa, senza che lui lo avesse chiesto, pensava il povero scrittore e giornalista che gli avesse lasciato quella mirabile macchina, ma niente, il curatore del lascito, nell’inventario, aveva scordato di metterci persino le infradito. Il Ministero degli Esteri e anche quello dell’Interno, ricorda il poeta, non ha aperto nessuna inchiesta sulla morte e sulla soppressione del cadavere di un cittadino della Repubblica Italiana avvenuta in Germania nel XXI secolo, addirittura è stato cremato, dopo che fu privato di tutti i possedimenti che avrebbe dovuto avere nella Val d’Agri, terra del petrolio. Formidabile! Ovvero:Furchtbar!

part.B│part. Carta pretura distaccata di Trebisacce di procedimento pretorile in cui il sottoscritto ha il coraggio di autodifendersi vs il conciliatore in carica (poi giudice di pace!) che vendeva granaglie all’ingrosso [e a cui, visto il sistema giudiziario italiano, doveva riferirsi il comandante della stazione carabinieri che era, nel 1991-92, a quanto ricordo, l'ex brigadiere di Roseto Capo Spulico estensore del verbale-Bergamini] : notare, in part. B, il fatto che il modulo su cui l’atto è trasmesso alle parti è stampato da i.m.c. di Pisticci, il luogo famoso in questi giorni per i reati connessi all’estrazione del petrolio in Basilicata, e che non è che il luogo d’origine da cui viene, non l’assistente unep che lo notifica allo scrittore v.s.gaudio ma, l’altro assistente unep, ovvero il capufficio della distaccata pretura di Trebisacce.

 

1. Qui sono ancora Gaudio Vincenzo; a fianco, nel biglietto di cancelleria relativo all'ordinanza di cui a 1., sono diventato Gaudio Salvatore ...   2. Il Cancelliere del suddetto ufficio alla firma, quando mi manda il biglietto di cancelleria, non è più cancelliere : è il segretario 
ordinanza del Mirabile pretore e evocazione delle parti│part. carta pretura di Trebisacce,  nello stesso anno in cui Bergamini perirà, a firma dello stesso pretore, di cui al procedimento-Heimlich attorno al delitto del calciatore; da esso si evince che lo scrivente riesce a fargli fare l’ordinanza per far comparire il suo collega  conciliatore, annesso alla stessa pretura distaccata, che, come attività, faceva il venditore all’ingrosso, che era chiamato a ripetere allo stesso sottoscritto una somma di oltre 7 milioni di lire ( anche questo procedimento fu naturalmente portato avanti in modo Heimlich e persecutorio con il capovolgimento di qualsiasi regola procedurale e  quello stesso pretore lo definì nel 1991, come il  procedimento-Heimlich attorno al "suicidio" di Bergamini!)