Giallo Saraceno▐ Il tesserino venatorio e la tessera elettorale


Non si va a caccia in canottiera
“Ho appena ucciso mio marito” confessò piangendo la vedova Genoveffa davanti al corpo di un uomo robusto steso sul prato.
“Come è successo?” chiese il maresciallo o il luogotenente, come lo chiamava l’ufficiale giudiziario B1 dell’ex pretura circondariale, venendo subito al sodo.

“Andammo a caccia. Per questo ho il tesserino venatorio. A mio marito buonanima piaceva molto andare a caccia, sebbene fosse sulla sedia a rotelle, come a me. Solo che lui non aveva il tesserino venatorio. A un certo punto ci separammo. E lui aveva con sé il tesserino venatorio. L’erba di questi tempi nel pantano è molto alta. Suppongo di averlo scambiato per una lepre e ho sparato a zero. Stavo scuoiandola quando mi resi conto che avevamo una figlia. E allora ho sparato a zero anche su di lei.”
“Hmmm”meditò il maresciallo o il luogotenente come lo chiamava l’ufficiale giudiziario o l’assistente unep, come risultava dal timbro che appostava sul foglietto della tipografia Baudano di Torino e metteva in una busta, non affrancata, con tanto di nome: “Stamperia Reale di Roma”, dando un’occhiata all’erba appena tagliata. “Si vede che lei è una buona tiratrice, per questo ha il tesserino venatorio. E’ riuscito a prenderlo proprio in testa. E il bello che ha preso in testa anche sua figlia.”
“Oh, no, è stata solo culo. Io veramente sono una dilettante: apro la caccia, vado all’ascolta, faccio la posta, sto a balzello, adesco e provoco l’alzata in volo.”
“Capisco,” il maresciallo, o il luogotenente come l’assistente del foglietto della tipografia Baudano di Torino lo chiamava, esaminò le tasche del marito. Non c’era niente, nemmeno uno stampo.
“Signora Genoveffa, è questo il primo incidente di caccia per suo marito? Ovvero, siamo sicuri che questo cadavere sia proprio suo marito?”
“Nel pantano in precedenza c’era stato un altro incidente. Ma non da sparo. Un falco gli portò via il certificato di residenza.”
“E dove risiedeva dopo?”
“A casa.”
“La tessera elettorale era la stessa?”
“Sì. Cittadino modello. Vede: ha sempre votato, ogni volta che c’è da mettere la croce a matita, buonanima, quel fesso, mai s’è tirato indietro…”
“E come mai a uno che non si tirava mai indietro lei gli ha tirato dietro la testa?”
“Perché quella cazzo di croce che metteva sempre ce l’aveva in testa e mi son detto: vediamo mo’che cazzo esce: croce o testa?”
“Ha tirato all’alzata o a fermo, cioè lo ha preso di infilata suo marito?”
“Ho provocato l’alzata in volo e l’ho abbattuto.Che culo!”
“Con altri, cacciatori, falconieri, cinegeti o venatori, frugolatori, tordai, battitori, uccellatori, spadellatori, si era mai messa alla posta?”
“Sì. Con qualcuno di tutti quanti quelli mi sono messa alla posta…e anche alla banca.”
“Ha provocato l’alzata in volo con quali richiami…con l’inganno, lo specchietto per le allodole, la cantarella, o il volantino?”
“Con il fringuello di richiamo e lo zimbello facevo sempre cappotto”.
“Suo marito ha sempre portato la canottiera?”
“Veramente no. La portava sempre con sé per casi specifici, come quando andammo a funghi o a raccogliere i pomodori lui e io i cetrioli. Perché me lo chiede?”
“Si direbbe che fosse un separatista.”
“Lo era.”
“E sua figlia perché colpirla proprio in testa, cos’era selvaggina nobile?”
“Quella manco un uccello da passo era…L’ho colpita alla testa perché ho culo e forse per quella cazzo di croce che mio marito aveva in testa: sempre testa è, testa il padre, testa la figlia…e ci ho messo la croce. Che dovevo fare?”
 
 
Come ha capito il maresciallo
[o il luogotenente come lo chiamava l’assistente
unep della tipografia Baudano, inesistente, di Torino]
che non è stato un incidente?
Un cacciatore esperto come il marito della signora Genoveffa non avrebbe mai cacciato i cervi nel bosco del pantano in canottiera. Lì, tutti sapevano che, di ciucci che volano, sì, ma di cervi in canottiera non se ne parla nemmeno.
In verità, la signora G. l’aveva colpito a morte con un legno mentre lui stava falciando l’erba e aveva tentato di far apparire la cosa come un incidente di caccia trascinando il corpo nel bosco e lasciando vicino al cadavere una copia di “Locomotive e Treni”nonostante lì ormai la ferrovia fosse in disuso.
Nella fretta si era dimenticata di equipaggiarlo, non dico la giacca alla cacciatora con carniera ma almeno la cartucciera, o almeno dotarlo del cappello di capostazione. Per quale ragione poi lui stesse falciando l’erba in canottiera rimane ancora un mistero. Come il fatto che la figlia, pur non essendo in canottiera, anche se aveva delle tette belle piene, e né stesse falciando l’erba, come mai si trovasse al casello ferroviario con la barra alzata senza il biglietto per il treno nonostante lì non passasse più nemmeno un treno merci da almeno un lustro?

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