Mimma Folda esiste? ♦ Divagazione ziffiana di V.S.Gaudio con Marisa Aino




Divagazione ziffiana sul Dasein di Mimma Folda.
Codice catastale, demografia ed emigrazione dell’immagine puberale di gruppo.

La fotografia da cui parto non è una qualunque, quantunque lo possa essere fino a quando non viene ripescata dal cassettone di Mia Nonna dello Zen. E’ una fotografia di gruppo, e appartiene al gruppo temporale della pubertà, una foto di classe, in cui, nel giorno dello scatto, il futuro poeta non c’è, come è accaduto quasi sempre e in vari contesti. Il fatto che il visionatore di una foto di gruppo non sia presente in quel gruppo rende sostanzialmente e potenzialmente quella fotografia più densa, non dico impregnata di punctum, ma di un certo quantitativo di patagonismo, seppur leggero. La domanda fu, a un certo punto della mia visionatura: questa ragazzina qui esiste davvero? Ovvero: la compagna di classe, del poeta, che sarà V.S. Gaudio, che si chiamava “Mimma Folda”, esistendo in questa fotografia di oltre dieci lustri fa, esiste davvero?

1. L’espressione “Mimma Folda esiste” si trova nei registri anagrafici; Mimma Folda è un nome, non è un pronome, né un nome collettivo, per quanto possa essere indicata con un aggettivo non è un aggettivo, che cosa è allora questa ragazzina che come una corda tesa sopra l’abisso del tempo, adesso che la rivedo mi dico: ma quando è stata evidente l’esistenza di questo oggetto puberale, e, in fondo alla verticalizzazione del tempo passato, quanto di Mimma Folda esiste? Come quella volta all’ufficio anagrafe il nostro amico ufficiale demografico ci annunciò, senza che ce ne fosse motivo, che la stessa, che dopo aver fatto quella fotografia in classe, se ne era andata in America, s’era risposata dopo il divorzio, e forse poi mi sarò fermato perplesso a riguardarla nella nostra foto di classe, che non avevo io, perché io il giorno della foto non ero in classe, l’aveva quell’altra ragazzina che, nella fotografia, le  è allineata e che era destinata a diventare la moglie del ragazzino che nella foto non c’è: quindi, quel giorno: una quantità di Mimma Folda esiste in America, anche se si può dubitare non solo che l’America esista ma che, non sapendo in quale parte dell’America del Nord fosse, la stessa  donna così evocata dall’ufficiale dell’anagrafe non esistesse per niente. Quindi: quel nome, quella ragazzina: Mimma Folda, non esiste, non è mai esistita?
2. Un nome proprio può essere introdotto, in un particolare discorso, o con mezzi sia extralinguistici sia endolinguistici, o soltanto con mezzi endolinguistici. Questo disse Paul Ziff[i]: Mimma Folda è dunque un nome come Marisa Aino o come Titti Gioia, e sono tutte e tre in quella fotografia di gruppo.
3. Consideriamo il nome Marisa Aino: vi dico che Marisa Aino è stata autore e titolare di rubriche per importanti periodici della Mondadori , del gruppo RCS Rizzoli-Corriere della Sera e della The Walt Disney Company Italia Spa; vi dico che è poetessa; vi dico anche che è la moglie del poeta-visionatore da oltre 8 lustri; vi dico che è connessa anche lei all’America per via di suo nonno Dominick e dello zio Alexander che, addirittura, è nato in America.

Marisa G.Aino L'idea, il desiderio, la menzogna
L'arzanà, Torino 1982
BNI 8313946 |Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Ho introdotto ora il nome “Marisa Aino” nel mio discorso: l’ho introdotto associando ad esso certe determinazioni fiscali e quindi un determinato insieme di condizioni. Perciò, il referente del nome “Marisa Aino”, se ce n’è uno, è quello che ha soddisfatto un determinato insieme di condizioni, un insieme di cui fanno parte le condizioni di essere una donna, registrata nello stesso ufficio anagrafico del poeta e di Mimma Folda nel seconda parte del XX secolo, autore e titolare di rubriche per “Minni & C.”, “Cip & Ciop”, “Astra”, “Topolino”, “GM”, poetessa di “L’idea, il desiderio, la menzogna”(Torino 1982), ecc.

4. Per esprimermi in un modo che secondo me, e anche Paul Ziff, è abbastanza consueto e relativamente non problematico, dirò che l’insieme di condizioni associate a un nome determina il nostro concetto del referente del nome. Ammesso, dunque, che sia stato introdotto nel nostro discorso il nome “Marisa Aino”, ora voi avete un determinato concetto di Marisa Aino.
 


Marisa Aino nella bozza-cover: V.S. Gaudio | Aurélia Steiner
per la collana La Lente di Venere by Ettore Bonessio di Terzet
per Mimesis Edizioni/Il Cobold [che, programmata l’uscita, per
settembre 2015, con il testo di V.S. Gaudio e con un testo di
Ettore Bonessio di Terzet, non ha avuto sortita per l’improvvisa
scomparsa, ad agosto,  dell’artistapoeta di Genova]
5. Anche se a un nome sia stato una volta associato un particolare insieme di condizioni, un’altra volta può venirgli associato un insieme di condizioni leggermente diverso o anche radicalmente diverso dal primo. In questo caso, il concetto del referente del nome verrà molto probabilmente modificato. Il vostro attuale concetto di Marisa Aino può dunque impallidire e alterarsi con il tempo. Può darsi che scopriate che lei non scrisse il patagonico poema de “L’idea, il desiderio e la menzogna”: in questo caso, avrete allora un concetto di Marisa Aino leggermente diverso. Oppure, può darsi che scopriate che non scrisse per “Topolino” e “Minni”, ma per “Almanacco Topolino”, “Donna Moderna” e “Noi”, e che non era iscritta nei registri dell’ufficio anagrafe in cui sono registrati Mimma Folda, Titti Gioia e V.S.Gaudio intorno al 1951: in questo caso, avrete un concetto di Marisa Aino radicalmente diverso.
Un nome, scrisse Paul Ziff, è un punto fisso in un universo in movimento. Ma, man mano che il mondo gira, il nostro concetto del referente di un nome può subire modificazioni.
6. Si può rispondere esattamente nello stesso modo a tutti gli interrogativi come: se il nome “Marisa Aino” abbia un referente, se Aino sia mai esistito in quel luogo con quel determinato codice catastale, se sia mai esistita una persona come  Marisa Aino anche per via delle ritenute d’acconto virtualmente versate all’esattoria di Segrate(che se c’è la giostra stanziale ci sarà un motivo genetico amministrativo!) e  Milano, o se sia mai esistito un qualcosa che risponda al concetto che abbiamo di Aino.
Bisogna specificare quale sia l’insieme delle condizioni rilevanti associate al nome e poi determinare se qualcosa o qualcuno abbia mai soddisfatto le condizioni di quell’insieme.
7. Se il nome “Mimma Folda” abbia un referente, se Mimma Folda esista, se esista un essere come Folda o se esista qualcosa che corrisponda al nostro concetto di Mimma Folda, sono tutte domande alle quali si può rispondere esattamente nello stesso modo e precisamente nello stesso modo in cui si risponde alle domande analoghe che riguardano Marisa Aino.
Bisogna specificare l’insieme di condizioni rilevanti associate al nome e poi determinare se qualcosa o qualcuno soddisfi le condizioni di quell’insieme.
8. Se l’interrogativo sull’esistenza di Mimma Folda sia un interrogativo autentico, tuttavia, dipende da almeno due ben distinti fattori: primo, dall’intelligibilità delle condizioni associate al nome, ancorché possa essere annotato nel registro demografico dello stesso paese col codice catastale che c’è nel codice fiscale del poeta-visionatore della fotografia,  e, secondo, dalla coerenza di quell’insieme di condizioni.
9. Il primo problema consiste nello specificare le condizioni associate al nome di “Mimma Folda”. Ed è qui che trova il proprio posto la confusione endemica dei registri anagrafici. Non dobbiamo confondere il dato esatto che dovrebbe essere prefettizio o, meglio, del Ministero dell’Interno,  con quello dell’ufficio anagrafico o addirittura dell’ufficio anagrafico di quel paese che è nel codice fiscale del poeta. Presumibilmente, si può ritenere che Mimma Folda, Marisa Aino, Titti Gioia, V.S.Gaudio siano nati nello stesso contesto catastale, come il Dio dei cristiani pare che possa essere ritenuto identico a quello degli ebrei: tuttavia, i cristiani credono che il referente col nome “Dio” soddisfi la condizione di essere stato crocifisso o di aver avuto un figlio crocifisso; mentre gli ebrei credono che il referente del nome “Dio” non soddisfi nessuna delle due precedenti condizioni, anche perché non si sa se il presupposto codice catastale di Betlemme, se ci riferiamo al figlio, sia stato codificato dal gruppo teistico effettivamente abitante di quel luogo quando fu formalizzato l’atto di nascita di Gesù Cristo. Così, siamo certi che Titti Gioia, ad esempio, sia effettivamente nata nello stesso contesto da cui è stato ratificato l’atto di nascita del poeta? E Mimma Folda è nata anch’essa nel posto contrassegnato dal codice catastale L353? E se anche questo fosse effettivamente attestato dall’atto di nascita e l’atto di nascita fosse stato formalizzato con una dichiarazione falsa? Basterà il decreto del Ministro dell’Interno, che, accogliendo la domanda di cambiamento del nome di Mimma Folda, a stabilire che Mimma Folda, così come è stata posta in essere come nome in quella fotografia, sia effettivamente esistita?

(...) chi guarda quella fotografia di classe(...) ha poi fatto il poeta,
lo scrittore e il giornalista e ha sposato Marisa Aino
10. Chi guarda quella fotografia di classe, e nella fotografia non c’è quello che dovrebbe essere la figura del suo nome, avendo decretato il Ministro dell’Interno che il suo nome non è quello con cui doveva apparire nella fotografia e con cui ha poi fatto il poeta, lo scrittore e il giornalista e ha sposato Marisa Aino, vedendo la ragazzina denominata “Mimma Folda” può ritenere che le condizioni non problematiche che la riguardano siano soddisfatte? Ovvero: V.S. guarda Mimma Folda ragazzina e dice: è un essere, una forza, una persona, una madre, una figlia, una creatrice, spazio-temporale, cittadina originaria del codice catastale L353, italiana, europea, americana [ si sarà fatta chiamare “Sunday”? “Sunday Fold”, come se fosse “Domenica Chiesa” o “Domenica Ovile” o “Domenica Piega”?], dotata del social security number (SSN) come lo zio Alexander A Aino di sua moglie Marisa G.  Aino e come la zia Elisabeth Aino; è giusta, buona, misericordiosa, tenera, saggia, sarà stata delicatamente perversa dentro il vortice della sua pulsione Hy[ii]?
11. Fra le condizioni problematiche, che per Dio sarebbero state quelle di essere onnipotente, onnisciente, eterno, creatore del mondo, un essere non spazio-temporale, uno spirito, la causa di se stesso e così via, come le enumera Paul Ziff, il fatto che Mimma Folda debba esistere in una terra vasta come l’America è già una condizione inintelligibile, anche se saltasse fuori che abbia vissuto, poi, dalle parti di Pittsburgh, magari con lo stesso ZIP Code (= 15228,  Mount Lebanon, Allegheny, Pennsylvania), dove viveva lo zio americano della collaboratrice della The Walt Disney Company Italia Spa Marisa G. Aino.
Un esempio della rubrica "Frutta & fiori in Cucina"
di Marisa Aino per il mensile "Minni & C."
The Walt Disney Company Italia Spa, Milano
12. La comprensione  dell’esistenza, anche in una fotografia quando viene fatta in un paese che ha codificato l’atto di nascita di chi la guarda con il nome falsificato, ammette sempre dei gradi: la moglie del poeta, che era nella fotografia, ricorda al poeta che, all’epoca,  Mimma Folda era la sua “preferita”, a cui V.S. contrappone un diniego assoluto conoscendo le sue ragioni pulsionali anche nella nebulosa puberale, anzi le ribatte che sarà stato il contrario: lui, per forza di cose, doveva essere stato il ragazzino preferito da Mimma Folda! E lei: no, no, sorridendo sorniona…Ricordi quella volta, gli dice, al poeta smemorato, che per gioco, in quel gruppo, ognuno scrisse accanto al suo nome il nome della compagna preferita, ricordi? Accanto al tuo nome, Enxù, chi c’era? Mimma Folda! Ce l’avrà scritto lei, son sicuro di questo: è impossibile, la mia preferita non era lei, lo sai. Eppure, ribadisce la moglie, è così. Anche questo è un problema inintelligibile: se in  un  contesto così limitato come poteva essere in quegli anni quello in cui Marisa Aino era una ragazzina e il poeta pure può essere stato scritto su un foglietto accanto al nome del poeta ragazzino quello di una compagna di classe che, poi, l’anno dopo, quando il ragazzino è stato spostato in Emilia Romagna, se ne andrà in America e la ragazzina Marisa Aino sarà spostata in Puglia, allora Titti Gioia perché è rimasta lì senza quei tre? Perché mai è stato scritto, accanto al nome del poeta ragazzino, il nome della ragazzina che sparirà in America? E’ evidente che il problema dell’esistenza di Mimma Folda è omologo al problema dell’esistenza di Dio, e ad esso si può rispondere soltanto nell’ambito di una teoria, se pure vi si possa mai rispondere: il fatto che un determinato essere , per quanto fosse nell’ingorgo della libido puberale, abbia potuto essere così invaghito di un ragazzino e andarsene , dopo che lui se n’era andato tra i comunisti  in Romagna, dove tutti quelli che stavano da Roma in giù avevano la cittadinanza di “marocchini”, in America e non abbia esercitato mai il diritto di prelazione sul poeta futuro esibendo semplicemente quel foglietto delle corrispondenze pulsionali nel periodo fallico-uretrale del proprio esserci non basterebbe di per sé a stabilire che quell’essere avesse continuato ad amare platonicamente ancor di più nei suoi piaceri singolari americani quel poeta, colonna della The Walt Disney Company, il cui nome Mimma Folda adulta(anche senza SSN) avrebbe potuto leggere, non solo su “Topolino”, in tutta l’America. Né si può pensare che, avendo letto il nome che apparve accanto al suo da ragazzina, accanto al nome di quella ragazzina, così come appariva in molti articoli su “Topolino”, abbia definitivamente distrutto la trascrizione di quella corrispondenza pulsionale; la concezione che l’uomo, o la donna, ha del mondo, e dell’America, in cui vive si trasforma, c’è dunque da aspettarsi che si trasformi anche la concezione che l’uomo ha della ragazzina in una fotografia e la donna di un ragazzino che nella stessa fotografia non c’è: perché mai è stata fatta quella fotografia non essendoci quella mattina Enzuccio a scuola?
Il mondo va guardato in nostra assenza[iii]: esiste Mimma Folda? Chi è Mimma Folda? E’ davvero quella ragazzina che appare così nella fotografia o, quando è andata nel Nuovo Mondo, è definitivamente sparita da quel vecchio mondo?  O, non avendolo trovato l’anno dopo in classe, saputo che se n’era andato con i Russi, se ne è andata con gli Americani? Avrà mai saputo, anche dal nostro stesso ufficiale anagrafico, magari con un telegramma, che, in virtù di quel suo puberale “Mannaggia a Cristoforo Colombo!”, quel ragazzino che nella foto non c’è e quella ragazzina che è forse la sua amica più buona festeggiano anche loro ogni anno in Italia il “Columbus Day”, non il secondo lunedì di ottobre come fa lei in America ma, il 12 ottobre, giorno in cui si sono sposati? La risposta  di domani a queste domande, anche se finora sono state sempre negative, è qualcosa di cui non si può dire assolutamente nulla. E la domanda “Esiste Mimma Folda?” può essere quindi concepita in modo nuovo e, così concepita, può richiedere una nuova risposta .
Ø v.s. gaudio con  marisa aino

[i] Cfr. Paul Ziff, “DIO”, in: Idem, Itinerari filosofici e linguistici, © 1966, trad.it. Editori Laterza, Bari 1969.
[ii]  La pulsione, nel sistema psicanalitico di Leopold Szondi, che, più di ogni altra, converte l’erotismo uretrale della pubertà in sublimazioni parossismali e isteriche: dentro gli elaborati di un mondo immaginario, già in maturazione, il soggetto che emigra durante la pubertà e addirittura sbarca nell’universo infinito dell’America del Nord, negli anni Sessanta, scappando dal boom economico del dopoguerra del vecchio continente, sarà impigliato nella rete della pulsione di protezione e della pulsione di sorpresa: l’ombra della pulsione hy è costituita dalla pulsione e: tra dolcezza e assenza di sentimenti, tra pudore e vanità protesa, tra tendenze spettacolari e ansietà, la nostra ragazzina che va in America  si è paracadutata in un Dasein tra umanesimo etico e religioso e la fenomenologia di conversione, tra paure notturne, fobie, enuresi e pseudologia fantastica. Per questo, anche il poeta può presupporre che quel ragazzino possa essere apparso anche adulto  nei piaceri singolari di quella ragazzina fattasi maturo soggetto parossismale americano.
[iii] L’energia della parte maledetta, la violenza della parte maledetta, sotto la trasparenza del consenso e nell’opacità del male, la sua tenacia, la sua ossessione, la sua irriducibilità, è tutto questo che c’è nella viralità, nell’accelerazione, nello scatenamento degli effetti, nel superamento delle cause, nell’eccesso e nel paradosso, nell’estraneità radicale che, sostanzialmente, è la ragazzina col nome che le è stato dato per concatenarsi come attrattore strano della nostra pubertà collettiva nel territorio catastale numerato L353; che, è dall’assenza della figura del futuro poeta in quell’istante in cui viene immobilizzato un gruppo scolastico puberale, che si elonga un attrattore fuori del comune, elastico temporale di una sorta di delitto perfetto: l’Altro, che è visibile nella fotografia come immagine, e quindi avrebbe una fisica e non soltanto una metafisica, guardato da chi quel giorno non si è dato come immagine in quel contesto così immobilizzato si fa per questo l’Altro radicale insopportabile, non lo si può sterminare, e comunque non lo si può nemmeno accettare, come gli indiani, quella ragazzina è la nostra indiana, perché è l’Altro che non è più negoziabile, come gli Alacaluf della Terra del Fuoco, questo scrive Jean Baudrillard, che furono annientati senza che avessero mai cercato di comprendere i Bianchi, di parlare o di negoziare con loro. Chiamavano se stessi gli “Uomini”, e non ce n’erano altri. Mimma Folda avrà chiamato se stessa la “Donna”, e non ce n’erano altre, figuriamoci se quell’altra ragazzina(che le è allineata nella foto) che, poi, come donna, sarebbe diventata la moglie di quel ragazzino preferito dalla Mimma Folda puberale? E, ritrovata la foto dal cassettone di Mia Nonna dello Zen, cosa c’è, sul retro della fotografia, le firme di tutti i compagni di classe, anche di quelli che non sono nella foto, esclusa quella del poeta: la prima firma, in alto, sulla sinistra, è quella di Mimma Folda, ovvero:”Folda Domenica”; l’ultima, in basso sulla destra, è quella di Marisa Aino, ovvero: “Aino Marisa”; in mezzo tutti gli altri, anche la firma degli insegnanti, che non sono nella foto, c’è solo quella che insegnava italiano, il poeta non c’è, non c’era, in sua assenza, il Dasein tra la ragazzina che sarebbe sparita in America e la ragazzina che aveva il nonno che era stato in America. E il poeta, che non c’era, lega così la sua assenza alla genetica americana? Era scomparso quel giorno per via dell’America, per colpa di Cristoforo Colombo o di Ernest Hemingway? E perché Titti Gioia non ha niente a che fare con l’America pur avendo il nome(Ernesta) del narratore e giornalista americano che ha avuto anche a che fare con Venezia [e la fotografia del gruppo scolastico puberale è stata fatta l’anno dopo il “suicidio” di Ernest Hemingway], per via di Adriana Ivancich, dove pare che quella ragazzina, che era la figlia del pretore locale, se ne sia andata una volta maritatasi?
 
Mimma Folda esiste?
Divagazione ziffiana di V.S.Gaudio con Marisa Aino