IL GENUS WILCOCK


IL GENUS WILCOCK 

 e un po’ di satira sulla poesia che non c’è
con una postilla  per il  mio troll incaricato
il mio” kusar-web i  nagarkùar”

Avremmo potuto dare istruzioni al Lafcadio Incaricato, se fosse stato possibile, per mandare in aria Venezia, avvelenare una scuola di telegrafisti e far sì che ognuno di questi poetini ,che ci accompagnano in pompa magna nell’ industria culturale di questa amatissima repubblica del Cavaliere e dei Vassalli, potesse dormire nella propria bara come Donne o conversare con i propri vermi come Webster, ma prima, con l’Anonimo del Gaud -che dette mano a L’Assassinio dei Poeti come una delle Belle Arti © 1999-2002-, attuare l’indagatio veritatis per tormentum proprio sul poeta Juan Rodolfo Wilcock?
Voi sapete che, o potreste almeno vedere, come alcuni poeti dotati di un particolare stile, connotato da un proprio genus, vehemens, moderatum, medium, subtile, robustum, possano essere trattati dal Lafcadio Incaricato con un genus corrispondente: per esempio, si vada a vedere come il Lafcadio Incaricato sia esortato ad umiliare e ferire, prima di cancellarla con la rinascimentale Cinquedea, Jolanda Insana, la poetessa incazzata postmoderna: al genus vehemens della versificazione-invettiva corrisponde il genus vehmens della procedura del Lafcadio.
E a questo genus vehmens di Wilcock che Lafcadio Incaricato per la tortura avremmo potuto far corrispondere, visto che –negli esempi postumi a Wilcock- l’Anonimo del Gaud non poté, per il genus dei poeti –i rei scellerati sottoposti alla tortura- andare oltre il “robustum”, che ha a che fare con Giorgio Celli e un po’ col primo Sanguineti e, se proprio vogliamo dirla tutta, anche con Mario Grasso [quello di “Concabala” e dei robusti testi (“Vocabolario siciliano”) in dialetto siculo orientale, il “gallo-italico”siracusano catanese  non metafonico che, vai a vedere, se la tira più dello shqip]?
Tanto che l’ ordo procedendi della tortura, che fa in qualche modo il verso a quattro delle cinque operazioni della Τέχνη ρητορική, raggiunga il quarto grado, l’”eccessivo”, che l’Anonimo del Gaud, sulla scorta delle osservazioni  di Calamandrei che le  riporta da Pietro Verri, Osservazioni sulla tortura, 1777, par.VIII, che, a sua volta, riportava da Ziegler, ci esemplificava in “squartato”, “bruciato” e “decapitato”, intanto che gli si canti al poeta sottoposto all’”indagatio veritatis per tormentum”: “Uomo bugiardo, vomito della terra, indescrivibile porcheria pensante, vergogna dei primati, lingua di cancro, impara dai maiali angelicità, impara dai vampiri la purezza, dallo sciacallo impara maestà, dai vermi, dalle barbabietole impara a stare zitto, sputo della natura, putridume inventore di un linguaggio, con cui descrivere il tuo putridume, che le altre bestie evitano se non nutriente, ma tu l’hai tutto nel cervello in agguato di te stesso con grinfie di parole, scrufoloso nel verbo, unto in dialetti, tu culo estremo della scala zoologica, carogna mistica nella carta argentata del tuo denaro, solo animale ipocrita, uomo schifoso meriti la tua consapevolezza mnemonica del dolore; e soprattutto meriti la tua consapevolezza verbale della morte”.
Ma quel che mi preme dire è che, scomparendo prematuramente un poeta con tale genus vehemens, io che l’ho vista com’è quasi priva di spessore e di humus la Tavola dell’Arma e del tempo di esecuzione ad uso del Lafcadio Incaricato, che appare nel testo dell’Anonimo del Gaud, in cui, che fare?,ci si dovette e ci si deve accontentare di poeti, poetoni, poetucci, poetini e poetenti col genus e la fascinazione polisemica, semantica e strutturale, di (tolti quelli che, nel frattempo, senza che il Lafcadio abbia potuto muovere un dito, hanno tolto autonomamente il disturbo),che so?, Ignazio Apolloni, Nanni Balestrini, Luigi Ballerini, Mariella Bettarini, Donatella Bisutti, Franco Buffoni, Giorgio Barberi Squarotti, Nanni Cagnone, Domenico Cara, Ennio Cavalli,Mara Cini, Giuseppe Conte, Vitaldo Conte, Carlo Marcello Conti, Agostino Contò, Franco Cordelli, Michelangelo Coviello, Maurizio Cucchi,Milo De Angelis, Antonietta Dell’Arte, Alberto Di Raco, Fabio Doplicher, Flavio Ermini, Gio Ferri, Alfio Fiorentino, Giovanni Fontana, Luigi Fontanella, Bianca Maria Frabotta,Gabriele Ghiandoni, Alfredo Giuliani, Milli Graffi, Cesare Greppi, Tomaso Kemeny, Vivian Lamarque, Stefano Lanuzza, Marica Larocchi, Maria Grazia Lenisa, Giulio Leoni, Franco Loi, Attilio Lolini, Mario Lunetta, Valerio Magrelli, Giorgio Manacorda, Leonardo Mancino, Angelo Maugeri, Francesco Paolo Memmo, Nanni Menetti, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Giulia Niccolai, Milena Nicolini, Cosimo Ortesta, Nicola Paniccia, Giancarlo Pavanello, Elio Pecora, Camillo Pennati, Felice Piemontese, Rosa Pierno, Umberto Piersanti, Silvio Ramat, Giuseppe Rosato, Paolo Ruffilli, Tiziano Salari, Mario Santagostini, Gregorio Scalise, Antonio Spagnuolo, Maria Luisa Spaziani, Luciano Troisio, Patrizia Valduga, Cesare Viviani, Giusi Verbaro,Andrea Zanzotto, Valentino Zeichen, Lucio Zinna, Marisa Zoni, Aida Maria Zoppetti.
Per evitare non solo il solito attacco del mio troll incaricato, che è come la merda scritta, non ha odore, che, è questo che disse Roland Barthes, come “il linguaggio ha questa facoltà di negare, di trascurare, di dissociare il reale:scritta, la merda non ha odore; Sade ne può inondare i suoi partner, a noi non ne arriva alcun effluvio, solo il segno astratto di una contrarietà”, ma anche qualsiasi fraintendimento sulla natura satirica del nostro intervento, si rende noto che l’Anonimo del Gaud ha concepito L’Assassinio dei Poeti come una delle Belle Arti ma non ha certamente fatto tutto quello che ha concepito e non lo farà certamente mai, è un libertino e taglia perciò il reale e il libro, non li lega nessun obbligo. Il troll, e non solo esso, non ascolta e non impara: il mio,poi, non commette in apparenza reati quando viene qui ad aggredirmi, un po’ come quello che attaccava, a target preciso, Hermione Way, l’imprenditrice britannica di cui narra Fabio Chiusi in “L’espresso” n.11 del 18 marzo 2010:”Professione Rompiweb”, che finì col metterlo pubblicamente alla berlina: è in questa trappola che cadono di solito i troll, insultando in modo preciso con elementi microstorici e temporali che solo la vittima può conoscere, svelano la propria identità(nel caso del mio troll esso non si dà pena nemmeno di un’identità fasulla, tipo “U’mbronë Mallkùar” o “Hije j vaj”, “’ntignatu in proprio”, avendo, il kusar-web, in affidamento già un’identità fasulla: i tij emër është mut, mut e madh; banon në ai vend:ky) e…la residenza(anche finta all’estero)!Cadono nella Rete…
Con Wilcock avremmo potuto oggi avvelenare una scuola di troll(sono “kusar-web”, dài!), o farli saltare a, o per, Venezia col trinitrotuluolo?

V.S. Gaudio

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Il Genus-Wilcock  è apparso, nel marzo del 2010,  come commento alle poesie di J.R.Wilcock  
nel blog-splinder dedicato da Giorgio di Costanzo ad Anna Maria Ortese:
cfr.ora  http://annamariaortese.iobloggo.com/682//&cid=309972

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La Tavola della Tortura di cui al capitolo Della Tortura dei Rei robusti, scellerati e sottili.
L'Indagatio Veritatis per Tormentum
, contenuta in: Anonimo del Gaud,
L'Assassinio dei Poeti come una delle Belle arti,  © 1999-2002 
in cui, come si vede e come viene detto nel testo , non c'è traccia di J.R.Wilcock.